mercoledì 21 marzo 2018

La responsabilità verso noi stessi

Nel mio lavoro come facilitatrice corporea, alla fine delle sessioni mi sento spesso chiedere: cosa hai sentito? E' una domanda a cui di solito rispondo con un'altra domanda: cosa hai notato nel tuo corpo durante la sessione? come ti senti ora, in questo momento? che sensazioni hai nel corpo?

Siamo stati abituati, per cultura e abitudine, quasi costretti, al non ascolto. Viviamo in una realtà sociale che sembra spingere verso la non consapevolezza piuttosto che verso una responsabilità personale. 

L'esempio più lampante è quello dell'uso dei farmaci, che considero il gesto di delega totale della propria salute nelle mani di altri. Beninteso non ho niente contro i farmaci, è bene che ci siano, salvano la vita di milioni di persone nel mondo. Ma, c'è un ma. Quando il ricorso al farmaco diventa una totale deresponsabilizzazione, una totale resa, l'effetto è deleterio per la persona tutta. Il sintomo magari verrà anche curato, ma si ripresenterà, perchè il tema che il corpo ha portato attraverso il sintomo (la sua "voce") non è stato accolto e visto dall'unità corpo-mente-anima. E si ripresenterà o nella stessa o sotto altra forma. 

Il nostro corpo, se ascoltato, tende naturalmente verso la Salute, è animato dal principio di Salute che lo genera e rigenera continuamente. C'è un'intelligenza che governa quel trilione di cellule che costituisce il nostro corpo. E cosa pensiamo, che quella stessa intelligenza si inceppi quando arrivano sintomi o una malattia? Il corpo cerca di riequilibrarsi, di segnalare qualcosa, di essere ascoltato. E qui non mi stanco mai di ripetere l'importanza delle terapie corporee di consapevolezza. E' quello che cerco di insegnare e trasmettere ai miei clienti. L'essere autonomi e l'ascolto. Nessuno può sapere cosa è meglio per la loro vita tranne loro. Io offro un supporto nell'integrare traumi emotivi e fisici, nell'imparare a riascoltarsi e ad essere presenti, ma la vera guarigione avviene quando torniamo ad essere i veri responsabili della nostra vita, ascoltandoci ed essendo presenti a noi stessi in ogni momento.
Pranava MC ©2018
#riequilibriobiodinamico
foto madalincalita on pixabay

giovedì 8 marzo 2018

Il trauma perinatale

In questo giorno dedicato alle donne, il mio primo pensiero è andato a mia madre.
Mia madre che, nella sua vita ha lottato. A mia madre che, discriminata a vari livelli, non ha potuto esprimere sè stessa pienamente. Poi il mio pensiero ha fatto un salto. A mia madre che ha sofferto (e solo lei può sapere quanto) per gli effetti di quella che, solo oggi, si ha il coraggio di chiamare "violenza ostetrica". Termine che non mi piace usare per niente, ho amiche e colleghe ostetriche, ma che purtroppo rende bene la condizione in cui le donne si trovano a dover partorire. Zero accoglienza, zero ascolto, e, nel peggiore dei casi, sopruso. Certo, ci sono anche le eccezioni, non dico che questa fosse e che sia tutt'oggi la regola: il vero problema è che non c'è conoscenza degli effetti devastanti che può avere un parto non rispettato su bambino e mamma, che imprinting lascia se non viene integrato, cosa porta in età adulta. Chi mi conosce sa che questo è un tema che mi sta molto a cuore, che affronto e vivo quasi quotidianamente nel lavoro con le mamme e bambini per integrare i parti con caratteristiche traumatiche. E' un tema che ho vissuto in prima persona attraverso la mia nascita e quella di mio fratello prima di me, ed è un tema che mi ha segnato e ha segnato la mia famiglia per lungo tempo. E che mi ha accompagnato e portato a fare il lavoro che faccio.
Ray Castellino, Frank Lake, David Chamberlain, Dominique Degranges, Matthew Appleton, Maggie Kline, tutti pionieri del lavoro per integrare i traumi prenatali e perinatali. Negli ultimi 20 anni si è scoperto e studiato che molte patologie che si sviluppano in età adulta trovano le loro radici nel periodo intorno alla nascita, che neonato e embrione sono pienamente ed estremamente sensibili e senzienti.
E' qui che è essenziale operare, perchè questi schemi traumatici sono molto più semplici da rilasciare in tenera età. Il sistema corporeo dei bambini ha una potenza vitale talmente forte che a volte bastano poche sessioni di biodinamica/lavoro perinatale, e il cambiamento è immediato ed evidente. Con un forte riequilibrio che coinvolge a cascata tutto il sistema familiare.
Il mio auspicio è che la consapevolezza e la conoscenza di questi temi aumenti, che in Italia si formino tanti operatori disposti a lavorare nel perinatale. Un collega una volta mi disse "E' dai bambini che bisogna partire, lì si può fare la differenza". Ed è vero.

dedicato a mia madre
e al suo coraggio
Pranava MC Leboffe
©2018 riproduzione integrale


foto: meghanelizabethphotographymn.com