venerdì 25 agosto 2017

Quel fluire di pace - l'esperienza di una sessione di BCS

'Dobbiamo raccogliere noi stessi in unità. Dobbiamo diventare mentalmente presenti, ricordare chi siamo, dove siamo e perchè siamo. Abbiamo bisogno di trovare pace nelle nostre vite. Questa pace è presenza mentale, un raccoglimento che ci renda capaci di iniziare questa messa a fuoco sul centro divino, il centro dal quale fluisce ogni cosa e verso il quale ogni cosa fluisce.'
John Main, Il Cuore della Creazione

Unità.
Presenza.
Pace.
Raccoglimento.
Centro.

Queste sono le esperienze che si vivono durante una sessione di Biodinamica.
Esperienze semplici.
Perchè il nostro corpo è semplice.
Solo che non lo sappiamo più, lo abbiamo dimenticato. La nostra storia ci ha consegnato questa semplicità opaca.
Ma il corpo sa.
Sa che ha un centro divino, il nostro Cuore, sa che siamo immersi in una realtà interdipendente - la nostra Naturalità -, sa tornare a quel fluire di pace.
Perchè noi fluiamo e ogni cosa fluisce attraverso di noi.

L'esperienza di una sessione di Biodinamica, davvero, può cambiare la vita.


Maria Cristina Leboffe
(riproduzione citando la fonte)

painting: Sleeping Under the Stars, Kathryn Beals

lunedì 21 agosto 2017

L'intenzione del Concepimento

C'è un brano bellissimo di Paramhansa Yogananda, filosofo e mistico indiano, sul Concepimento.

"L'anima entra nel corpo al momento del concepimento. Quando spermatozoo e ovulo si uniscono, c'è un lampo di luce nel mondo astrale. Le anime che sono pronte a rinascere, se la loro vibrazione corrisponde a quella del lampo di luce, si affrettano per entrare [...]. E' importante, quindi, che l'unione fisica avvenga con una coscienza elevata. Quel lampo generato nel mondo astrale riflette lo stato di coscienza della coppia, specialmente lo stato d'animo al momento dell'unione fisica".

L'intenzione dietro al nostro Concepimento, lo stato d'animo e gli intenti dell'uomo e della donna che si uniscono per ospitare una nuova vita, è fondamentale per quello che noi saremo e diventeremo nel corso della nostra esistenza.
Qualora non ci sia chiarezza o una forte di intenzione di volontà e d'amore di tutti e due i genitori, la ferita che si radica nel corpo della persona è una ferita a livello dell'Essere.

La Biodinamica, integrata con le tecniche perinatali e prenatali è stupefacente da questo punto di vista: dialoga con le forze che ci hanno generato, e può succedere, quando il sistema della persona è disponibile e ha caricato abbastanza risorse per farlo, di lavorare su tematiche relative al concepimento, vedendo dissolversi nel campo quelle vibrazioni disorganizzate che un'intenzione di concepimento non armonica può aver generato nel nostro sistema. In questo caso qualcosa viene "bruciato via" dal corpo: non letteralmente, ma questa è la sensazione che hanno sia l'operatore che il cliente. E la persona che si rialza dal lettino dopo la sessione ha spesso la sensazione di aver lasciato andare un peso antico che faceva parte integrante del proprio corpo e del proprio essere.

La potenza del metodo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è legata al fatto di riconnettere l'organismo in modo trasparente alle forze della Creazione che ci hanno generato. Forze che sono benevole e amorevoli, e che non aspettano altro che si lasci andare un bagaglio che non ci compete più**.

Maria Cristina Leboffe
(riproduzione citando la fonte)
Painting: The Rising Moon - Paula Belle Flores

**tengo a precisare che il contenuto di questo post deriva dalla mia esperienza di lavoro con i clienti e dalla mia esperienza personale di ricerca. Quando parlo di "vibrazione" (che è un termine non specifico della Biodinamica Craniosacrale), intendo la qualità del campo molecolare della persona.



L'esperienza del campo intorno a noi

La prima volta che ho fatto l'esperienza del Campo intorno a noi è stata durante la mia formazione in Biodinamica Craniosacrale. Me la ricordo come una di quelle esperienze chiave, dopo le quali tutta la tua percezione della vita cambia.
Spesso quando parlo con i miei clienti a fine seduta, parlo del campo. Solitamente mi guardano perplessi, almeno inizialmente, ma poi, sessione dopo sessione, quando ascoltiamo insieme le forze biodinamiche al lavoro, la loro comprensione aumenta.

Spesso mi sono chiesta come definire e spiegare in modo semplice una cosa che percepisco tutti i giorni e ormai in tutti i momenti della mia vita, non solo durante le sessioni. E mi torna in mente la definizione dell'Oceano intorno a noi che ci sorregge e ci sostiene. Non saprei dare definizione migliore, se non aggiungere un aggettivo alla parola Oceano: amorevole.
E così ho raggiunto una descrizione di campo a modo mio: lo spazio in cui siamo immersi non è uno spazio vuoto, ma un campo vibrante, denso di informazioni e totalmente amorevole, un campo che ci guida, armonizza e ci rende liberi, se ci affidiamo a lui.

Sì perché è questo che in fondo facciamo, insieme ai clienti, durante le sessioni di Biodinamica Craniosacrale, ci affidiamo a questo campo organizzato e amorevole.
Con fiducia.

Maria Cristina Leboffe
(Riproduzione citando la fonte)
immagine web


sabato 12 agosto 2017

Sto iniziando ad ascoltare il mio corpo

Qualche giorno fa, una giovane cliente che sta facendo con me un percorso di sessioni di riequilibrio biodinamico, nella chiacchierata introduttiva alla sessione, ha risposto alla domanda: "Come sta andando" con un: "Bene, sto iniziando ad ascoltare il mio corpo".

Una parte di me ha esultato. Mi riempie sempre di gioia, quando a un certo punto del loro percorso, le persone mi dicono questa frase, che, in tutta la sua semplicità, è in realtà di una potenza incredibile. Persone che arrivano da me spaventate, tese, spesso esaurite, e che dopo qualche sessione mi dicono: ho reiniziato ad ascoltarmi, ho reiniziato a sentirmi, e posso utilizzare questa mia abilità nella mia vita quotidiana.

Oggi stavo ripensando a questa sua semplice ma fondamentale affermazione. E questo ha contribuito ancora di più a farmi comprendere qual è, per me, il senso del mio lavoro. Far ritornare le persone a sè stesse, in contatto, e renderle autonome.

Credo fermamente nell'effetto sociale a catena che persone presenti a sè stesse e responsabili possono portare. Saranno padri e madri in ascolto, saranno professionisti attenti al cliente, saranno persone che avendo imparato ad ascoltarsi, si rapporteranno con gli altri a partire dal cuore.

Sì perchè alla fine sta qui il segreto.

Una persona che si ascolta, attenta  alle parole che il suo corpo le dice, che si rispetta, si relazionerà con gli altri non a partire dalla rabbia o dalla paura, ma dal cuore.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)


The more we connect with others
and embrace the reality of our interconnected nature,
the more we’ll live with meaning, compassion, equanimity, and purpose.

Più entriamo in contatto con gli altri
e comprendiamo la realtà della nostra natura di essere inteconnessi,
più vivremo la nostra vita con significato, compassione, equanimità e scopo.
(Daniel Siegel) 


giovedì 10 agosto 2017

La 'Salute' innata





"Con un soffio di vento, 
invisibile vita che dona pienezza, 
tutto trasformo in vita... 
Dunque io sono la forza di fuoco che segretamente riposa in tutto questo, 
tutto arde grazie a me, 
come il respiro tiene incessantemente in vita l’uomo 
e come nel fuoco si leva una fiamma accesa...".
- S. Ildegarda di Bingen, Scivias -




La Biodinamica Craniosacrale è una disciplina di lavoro con il corpo molto diversa da tutte le altre. 
Lavora in alleanza con una ‘Salute’ sempre presente nel corpo.
Con una 'Salute' intesa come il principio vitale che è stato infuso nelle nostre cellule al momento del nostro concepimento. 
Lo stesso principio vitale che permea tutta la natura e tutto l'Universo.
La ‘Salute’ in Biodinamica Craniosacrale, non significa assenza di sintomi, ma è un principio attivo intrinseco al sistema vitale, una forza che organizza tutto ciò che avviene nel corpo in ogni istante della nostra vita.
E non sbaglia mai.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)


Il Trauma ascoltato

La potenza del metodo Biodinamico è nell’ascolto.
Un ascolto presente, un ascolto senza giudizio.
Un ascolto che avviene tramite un contatto che l’operatore offre al cliente.

Un contatto dolce e non invasivo, un contatto che c’è, semplicemente, non chiede e non vuole ottenere niente, un contatto che è.

Quando avvengono dei traumi evolutivi, ovvero in quel periodo di tempo che trascorriamo nella pancia della mamma e nei nostri primi mesi di vita, tali traumi restano nel sistema nervoso autonomo della persona, e in quelli che sono i sensi dell’embrione.
L’embrione, contrariamente a quanto si credeva fino a pochi anni fa, sente e percepisce.
Con non 5, bensì con 12 sensi (David Chamberlain, Windows to the Womb*): per citarne alcuni, il senso del contatto attivo e passivo, il caldo e il freddo, il dolore (!), il bilanciamento, il senso di gravità e l’orientamento nello spazio.

Quando si ha a che vedere con questo tipo di traumi, a poco serve la nostra parte cognitivo-razionale, che si sviluppa ben dopo la nostra nascita. Questo tipo di traumi vanno accolti e rilasciati ‘parlando’ un linguaggio analogo a quello dell’embrione, del feto e del nuovo nato.

Un linguaggio che, tramite il tipo di contatto che avviene nelle sessioni di Biodinamica Craniosacrale, viene parlato tra le mani dell’operatore, il suo stato di presenza amorevole, e il corpo del cliente. Quello che il sistema dell’operatore silenziosamente trasmette tramite il contatto al corpo del cliente è: io sono qui, per te, sei al sicuro, sei protetto, se vuoi puoi lasciare andare.

E qui il corpo parla, con scariche emotive, rilasci muscolari, rilassamento.
E, un infinito sollievo.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)


(*) David Chamberlain, Ph.D è un pioniere della psicologia prenatale e uno dei fondatori e leader dell'Associazione per la Psicologia e la Salute Pre e Perinatale (APPPAH).



Ebbene sì, ero una cellula

L’embriologia è stata da sempre un mio chiodo fisso. Senza mai comprendere perché.

Nel mio percorso di formazione come operatrice di Biodinamica, è stato sicuramente il tema che mi ha affascinato di più e dove ho intravisto un ‘qualcosa’ che all’inizio non riuscivo io stessa a definire.

E’ stato nel lavoro con i clienti, nel lavoro fatto nei gruppi e nel mio lavoro di crescita personale, che ho iniziato a notare delle assonanze con i miei studi di embriologia che, all’inizio, io stessa ho trovato incredibili.
Questo articolo è il primo di una serie in cui parlero’ di questo tema, il rapporto tra la nostra vita come embrioni e le nostre attitudini e caratteristiche emotive, i fatti che ci accadono e le esperienze che viviamo.

Questo che riporto è lo stralcio da un articolo sulle memorie cellulari, scritto da Thomas Verny*.
Ho sentito molti racconti di pazienti che supportano la mia teoria che il sistema nervoso centrale di un bambino è in grado di depositare memorie rudimentali già a partire dal sesto mese di vita in utero.
Ma negli ultimi trent’anni, altri racconti sono emersi alla mia attenzione che non possono essere spiegati nello stesso modo. Nel libro dello psichiatra R.D. Lang The Facts of Life (1976) sono riportati esempi di memorie ancora anteriori (embriologiche ndt). Riporta che alcuni pazienti parlano dell’immagine del proprio corpo o hanno esperienze di memorie in cui ruotano, galleggiano, volano, sono scagliati contro delle rocce, sono portati a riva da un’onda e poi riportati indietro, prima che il viaggio finisca. Potrebbe sembrare improbabile, ma questo è ciò di cui una blastocisti farebbe esperienza rotolando giù per le tube di Falloppio.”



Estratto da: "What Cells Remember: Toward A Unified Field Theory Of Memory", traduzione Maria Cristina Leboffe.

(*)Thomas R. Verny è uno psichiatra, scrittore e accademico presso la Harvard University, l’Università di Toronto e il Santa Barbara Graduate Institute.
Tra i testi di sua pubblicazione:
The Secret Life of the Unborn Child, (with John Kelly). Summit Books, USA and Collins, Canada, 1981. (Published in 27 countries)
Pre-And Peri-Natal Psychology: An Introduction (Ed.) Human Sciences Press, New York, USA, 1987

Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)



Biodinamica Craniosacrale: l'arte dell'ascolto che cura

La Biodinamica Craniosacrale è un’arte di ascolto. La chiamo arte perché ne ha tutte le caratteristiche.

arte: Attività dell'uomo basata sul possesso di una tecnica, su un sapere acquisito sia teoricamente che attraverso l'esperienza; in tal senso, coincide anche con un mestiere che richieda un'abilità specifica”.

L'arte della Biodinamica non è un'arte teorica. Si acquisisce con l'esperienza. E' un ascolto acquisito e affinato durante la formazione come operatore e con ogni nuova sessione.
Apparentemente un Operatore di Craniosacrale Biodinamica non fa niente. Sta a contatto con il corpo del cliente, non muove le mani. Cosa fa? (Cosa fai? mi chiedono i clienti). Ascolto, rispondo io.

Un ascolto che è e diviene terapeutico per il cliente. Un ascolto biologico. Un ascolto di risonanza. Un ascolto di cura e presenza.
E in questo ascolto il corpo lascia andare, si riconnette ai ritmi naturali, universali, i ritmi della Marea.
La Marea lo respira, ci respira, in ogni momento. Ma i nostri sistemi biologici, densificati da esperienze di vita e dalla nostra storia, hanno come dimenticato questi nostri ritmi innati. La Biodinamica riconnette a questi ritmi, e questi ritmi siamo noi.

Opera d’arte. Sempre arte ma intesa in modo diverso.
La materia del corpo del cliente diviene un’opera d’arte, la sessione stessa, ogni sessione lo è. Ogni sessione diviene un’esplorazione per il cliente,  accompagnato dalla presenza amorevole dell’operatore. E in questa presenza ci si sente accolti, visti, riconosciuti e si possono vedere e riconoscere cose che normalmente non si avrebbe il coraggio di affrontare. In una sessione si presentano, si sciolgono, scivolano via, e il corpo passa ad altro, fa un passo successivo verso la sua vera Essenza.
La sua vera Essenza, che è l’Essenza di tutti noi.
Amore.
Gioia.
Semplicità.
Calma.

©Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)

La storia di Rosa M.

L’ansia è una brutta bestia.
Può farti vedere il mondo con gli occhi della paura. Può chiuderti alle relazioni sociali. Può diventare una condizione che ti rende difficile la vita. A 360 gradi.


L'ansia è la protagonista della storia di Rosa M., quando mi contatta per un ciclo di sessioni di Biodinamica, su consiglio di un’amica.

-Le ho provate tutte- mi dice, vorrei provare anche questo. 

Rosa è una ragazza vitale, sveglia.
Ma gli attacchi d’ansia che si verificano con frequenza crescente negli ultimi due anni le stanno rovinando la vita.
 Non capisco, mi dice, in teoria per me è un periodo sereno, non capisco queste manifestazioni d’ansia improvvise.


Iniziamo la nostra sessione con una chiacchierata iniziale, in cui ci focalizziamo su due traumi forti nella storia di Rosa, due traumi della cui gravità lei stessa si rende conto solo nel momento in cui me li racconta.
 Iniziamo la sessione con l’esplorazione delle sensazioni del corpo, e insieme osserviamo le tensioni nella parte alta del corpo, concentrate tra zona del cuore e collo-spalle.
Su mio invito Rosa inizia a concentrarsi su una risorsa nella sua vita, qualcosa che la fa stare bene, e insieme di nuovo osserviamo come la zona del cuore diviene più soffice, il respiro più ampio.
Bene.

Rosa si trasferisce sul lettino e iniziamo la seconda parte della sessione concordando la posizione di contatto che la fa sentire più a suo agio, il contatto alle spalle. Mi fa sentire sostenuta, sorretta, mi dice.
Durante la sessione il suo corpo scarica tantissimo tensioni con piccoli movimenti delle gambe e delle braccia, per poi entrare in uno stato di calma e di Quiete.
Scendono alcune lacrime e verifico con Rosa come sta andando: bene mi dice, è come una liberazione.

La sessione prosegue nella Quiete, con il corpo di Rosa che diventa sempre più armonico e coerente.
 Alla fine della sessione, Rosa si siede sul lettino e mi guarda, stupita. Ho sentito che stavo lasciando andare qualcosa, in modo molto dolce, molto calmo. Ho sentito il corpo cambiare e divenire più quieto poi, e anch’io sono cambiata, mi sono come sciolta dentro di me, sono tornata a Me.


Il lavoro con Rosa è si è sviluppato e approfondito durante le successive 5 sessioni, tutte sessioni molto lievi e dolci. Alla fine lei incredula, e anche un po’ io, quando vengo messa davanti agli effetti potenti di questo meraviglioso lavoro.
La sua ansia è diminuita considerevolmente, e anche il suo rapporto con il suo ambiente relazionale e lavorativo è cambiato. Ora quando l'ansia arriva, sempre più raramente, con l'esercizio della risorsa riesce a gestirla e a circoscriverla.

Rosa sta continuando con sessioni saltuarie di mantenimento, e fa bene al cuore vederla come rinata.


Il Respiro della Vita emerge dalla Quiete Dinamica.
La Quiete è una chiara esperienza percettiva
che troviamo al centro dei processi clinici.
La percezione diretta della Quiete è il segnale
di un cambiamento nel Sistema Respiratorio Primario SRP,
e spesso rappresenta un portale attraverso il quale
si accede a stati di coscienza incarnata più profondi.
da Craniosacrale.it

Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)







Il mio incontro con la Biodinamica Craniosacrale

La Biodinamica Craniosacrale è entrata a far parte della mia vita per caso.

Un collega che stava ricevendo delle sessioni me ne parlò, e ricordo che mi aveva subito incuriosito, per il nome soprattutto.

Così mi sono procurata il numero della terapeuta, ho provato una sessione, e ne sono rimasta sbalordita.

Per quello che sentivo nel corpo, per il senso di benessere, per il senso di accudimento e di accoglienza da parte dell’operatore.
Sbalordita dal sentire le strutture del mio corpo - mi pare fosse il collo all’epoca il mio problema - sciogliersi e riallinearsi in modo completamente naturale e senza sforzo.
E così ho continuato le sessioni, per rendermi conto che a cambiamenti nell’organizzazione dei miei tessuti, dei muscoli, delle parti ossee, corrispondevano profondi miei intimi cambiamenti emotivi e posturali, nuovi sguardi sul mondo, superamento di traumi che arrivavano alla coscienza per sciogliersi, nuove intuizioni verso le mie relazioni e verso la mia vita, verso  mie tematiche prenatali e perinatali.
Cambiamenti profondi che avvenivano sempre in modo fluido, non traumatico, quasi che il corpo nel riconoscersi aiutasse me a riconoscere di nuovo me stessa.
Avevo già abbandonato la professione da architetto per dedicarmi alle Discipline Bionaturali, dapprima con l’insegnamento del Tai Chi e poi con il massaggio tradizionale cinese Tui-na, ma l’incontro con la Biodinamica Craniosacrale mi ha nuovamente cambiato la vita. 
Da qui a decidere di diventare terapista di Biodinamica Craniosacrale il passo è stato naturale.

Il lavoro oggi con i miei clienti a Genova è entusiasmante. 
La risposta alle sessioni e al metodo è talmente chiara e profonda, gli effetti sulle persone sono così semplici e fluidi, che a volte resto io stessa stupita.
Questo mi riporta in mente l’insegnamento che il padre di questo metodo, William Garner Sutherland DO, ha lasciato ai suoi studenti: “Trust the Tide”, Fidati della Marea.

Fidarsi e affidarsi a questa Intelligenza amorevole più grande di noi, che avvolge tutto, e che nel corpo si traduce in una Intelligenza che sa già tutto, sa su cosa lavorare, dove, come e sa cosa è giusto e bene per la persona in quel momento.
Trust the Tide,  Fidati della Marea. 

Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)