giovedì 7 dicembre 2017

Rivivere il processo di nascita

Quando l'Anima si unisce completamente al corpo, l'incarnazione in questa vita è compiuta.
Si percepisce una sensazione di completezza e di gioia che non è facile descrivere.
Quello che si era convinti di avere perso, ritorna.
Quello che si pensava di essere, cambia.

L'esperienza dell'incarnazione è stata una scelta fatta dalla nostra Anima lungo il suo cammino di evoluzione.
A volte ci possono essere tematiche, specialmente durante il parto, che bloccano o rendono molto impegnativo il completamento di questo processo di incarnazione, di presenza totale nel corpo.

Completare e rivivere il proprio processo di nascita in età adulta è l'esperienza che completa e integra le dinamiche occorse in corrispondenza del momento del parto. Il processo avviene nel corpo adulto, ma le dinamiche e le sensazioni corporee che si sentono sono quelle del bimbo che sta nascendo.

Completare e rivivere il proprio processo di nascita può dare un nuovo corso alla nostra esistenza. Vecchie credenze si sciolgono come neve al sole, tutto ciò che sembrava bloccato, riprende a scorrere.
E' il miracolo della vita che torna alla sua propria natura biodinamica, quella, appunto, di una vita in movimento.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)

lunedì 4 dicembre 2017

I messaggi del corpo

Il nostro corpo vuole stare bene.
Si predispone naturalmente, quando gliene viene data occasione, verso il suo benessere.
Il nostro corpo va ascoltato, vanno ascoltati i suoi messaggi, le sue sensazioni. Che sono le nostre, ci appartengono.

Nell'ignorarlo c'è l'ignorare l'essenza stessa della nostra vita.

Esistenza e corpo vanno di pari passo.
L'Essenza della nostra vita si realizza nel corpo.

Maria Cristina Leboffe


photo by lightstargod on pixabay

lunedì 6 novembre 2017

The Universal Tide

I truly believe that there is an Universal Tide going through our lives, that helps us to see and resolve our lifetime issues. This Tide has a duration and a rhythm, as the Fluid Tide and the Long Tide have, and a lenght of few days. Issues come into the scene, always with some pain and distress: they only need to be met and seen, and to be listened and welcomed, without opposition. They evolve more, free to be expressed sometimes as a deep existential pain, they become almost unbearable and after an apex, they start to disappear, leaving a profound sense of peace, strength and awareness.
I’ve been noticing and experiencing this process, with presence and care towards myself, a lot of times recently.
And the process is always the same.
We as Biodynamics practitioners live the experience of Tides and rhythms in our everyday work, we know that Nature itself is organized in cycles. Why don’t we start to bring attention to the Universal Tide in our lives, and then bring it to our clients?
This could contribute to a great great change in consciousness: from Fear to Trust.

Maria Cristina Leboffe
(all rights reserved)

Digital Art by Maria Cristina Leboffe 2017 all rights reserved

venerdì 3 novembre 2017

Lo spazio-tempo come memoria collettiva

Il concetto di tempo come nostra memoria non è corretto.

Questo e’, secondo me, il punto fondamentale per comprendere i metodi biodinamici, e per spiegarli.

Esiste un concetto di spazio tempo, ovvero di una nostra configurazione vibrazionale avvenuta in un dato istante e il movimento verso la successiva. Un po’ come quando vediamo delle immagini al rallentatore e vediamo l’impronta lasciata nello psazio dal movimento del corpo. Bene, lo stesso avviene per le emozioni e quello che proviamo in un dato spazio-momento.

Tutto questo viene aggiunto al fatto che tutto l’universo è in movimento continuo e costante.

È come se nello spazio infinito del campo universale rimanessero infiniti fotogrammi della nostra configurazione in un dato momento.

Gli stessi fotogrammi possono essere richiamati, riconnessi e modificati integrandoli in una nuova esperienza.

Questo spiegherebbe, con una logica inaffondabile, la possibilità di interagire con le dinamiche embrionali, e anche con eventi derivanti da vite passate/parallele durante le sessioni di Biodinamica, ove la connessione al campo da parte dell’operatore è la chiave stessa della sessione.
Lo spazio dell’universo è il database della nostra vita, e’ li’ che risiede la nostra memoria. E il corpo, tramite un’intenzione non filtrata dal giudizio e dalla paura, ha il potere di richiamarla e integrarla naturalmente, rimodellandola.

Maria Cristina Leboffe 2017
(tutti i diritti riservati)


Questo post è stato ispirato da questo video della Resonance Science Foundation e da un post di Nassim Haramein, e dalla mia esperienza lavorativa quotidiana con i metodi biodinamici.

Qui trovate il link al video: Is time an illusion?


mercoledì 1 novembre 2017

"Tu sei"

Nel corpo la sensazione che "tu sei" rappresenta soltanto l'amore. Questo amore lavora, prende il cibo, mangia, digerisce, acquista conoscenza. "Tu sei" è amore che si esprime nel respiro della vita; è il soffio vitale che sostiene il procedere di ogni attività.
- Nisargadatta Maharaj, Non Dualismo

Biodinamica. Essenza. Cuore. Amore.

Maria Cristina Leboffe


sabato 28 ottobre 2017

Spirito e Materia

Non esiste una separazione tra Spirito e Materia. La materia è spirito e lo spirito è materia.
La materia conserva la memoria della nostra storia, e la nostra storia è la storia di un’Anima.
È semplice. E va fatto un’atto di fede.
L’esperienza quotidiana delle sessioni di Biodinamica mi ha reso questa verità talmente evidente che ormai, nonostante tutte le resistenze che io potevo avere, mi ci sono arresa.
Biofisica e fisica quantistica nel metodo biodinamico arrivano a congiungersi con le scienze dello Spirito, e con le intuizioni di William Garner Sutherland, l’iniziatore di questo metodo.
La sua intuizione, che nel corpo ci fosse un’Intelligenza al lavoro verso un naturale stato di riequilibrio e autoguarigione è molto, molto, semplice. Ci possiamo costruire intorno tutte le speculazioni che vogliamo, ma quando, nel quotidiano, ne facciamo esperienza costante, diventa un’evidenza, come il sole che sorge al mattino.
Noi operatori di BCS siamo facilitatori, accompagniamo il corpo e la persona tutta in un passo ulteriore verso il proprio benessere, benessere del corpo e benessere dell’anima.
Lasciarsi andare a questo è il passo più grande e importante che possiamo fare, per noi e per gli altri.

Maria Cristina Leboffe
(Tutti i diritti riservati)

(*) la frase che ha ispirato questo post è di Stella Radiosa, potete visitare la sua pagina FB.




venerdì 27 ottobre 2017

L’estasi del lasciare andare

LASCIAR ANDARE
rilassamento
assenza di pensieri
vuoto presente
piacevolezza
espansione
atterrare
benessere
morbidezza

...

Sono solo alcune delle espressioni che ricordo pronunciate da clienti nel momento in cui, il loro corpo, sul lettino, finalmente ‘lascia andare’.
‘Non mi ero mai sentito così [rilassato].’
Quante volte ho sentito pronunciare con stupore questa frase.

Corpi che fino a quel momento avevano tenuto, compresso, trattenuto una storia che spesso ha a che fare con traumi prenatali e perinatali, finalmente lasciano andare. Si sentono al sicuro, protetti, ascoltati, visti, riconosciuti. Da un contatto e da una presenza.

Questa è la potenza dei metodi corporei biodinamici, in sessioni che collaborano con il corpo, riattivano le sue risorse, la sua potenza, per finalmente dare al corpo, e alla persona tutta, l’occasione di integrare e di lasciare andare.
E non è poco.

Maria Cristina Leboffe©2017
(tutti i diritti riservati)






se vuoi condividere impressioni, rilfessioni o commenti stimolati da questo post, 
scrivi nei commenti qui di seguito o invia una mail a: 
info@mariacristinaleboffe.com



venerdì 20 ottobre 2017

Il Mare Infinito




Mi dicono, nel loro risveglio: "Tu e il mondo in cui vivi non siete che un granello di sabbia infinita di un mare infinito".
In sogno rispondo: "Io sono il mare infinito, e ogni mondo non è che un granello di sabbia sulla mia spiaggia".

Kahil Ghibran, Sabbia e Schiuma.

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photo by Chad Powell


mercoledì 4 ottobre 2017

La qualità della Presenza

Uno degli aspetti fondamentali del lavoro Biodinamico (e di tecniche come il Somatic Experiencing, le tecniche prenatali e perinatali) è lo stato di presenza dell’operatore: l’accompagnare, il facilitare il sistema del cliente in una esplorazione del proprio campo personale, offrendo un supporto di ascolto presente.

La qualità della Presenza dell'operatore, in questo, è fondamentale.
Una presenza di cura, di non giudizio. Una presenza semplice e attenta, che lascia spazio per una propria presa di coscienza e riorganizzazione.

Raggiungere una qualità di presenza amorevole e di partecipazione dal Cuore è il percorso principale che noi operatori abbiamo da compiere. Quello che questa qualità porta nelle sessioni è un valore aggiunto enorme: mi viene da dire che costituisce, da sola, una risorsa fondamentale e contemporaneamente è la caratteristica che contraddistingue un processo biodinamico di integrazione.

La qualità di Presenza andrebbe insegnata nelle scuole, e a tutti gli operatori che si occupano di sistemi con possibili tematiche di trauma.
Va trasmessa in modo esperienziale ai clienti stessi, perché possano avere, nella loro stessa presenza, una risorsa per "surfare" negli eventi della vita.


"Quando fluisci con gioia e beatitudine,
è arrivato il momento di essere consapevole"
Osho, The Soundless Sound, Peace Peace Peace, Talk #1

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati) 


Dammi un momento nel tempo





“Dammi un momento nel tempo

Quando sto facendo a gara con il destino

E, in quel momento del tempo,

Io sentirò

L’Eternità.”




Ecco, l’esperienza di una sessione di Biodinamica, è piu o meno questa.

Sentire il senso di eterno nel corpo.

Di quello che c’è stato e che sempre sarà.

Sentire, fare esperienza della nostra eternità.

E, contemporaneamente, della nostra unicità.


Maria Cristina Leboffe
(©2017, Tutti i diritti riservati)


“Give me one moment in time
When I'm racing with destiny
Then in that one moment of time
I will feel
I will feel eternity.”
(Whitney Houston, Gimme one moment in time.)





martedì 3 ottobre 2017

Il vero linguaggio del corpo

Il nostro corpo non è fatto per le opposizioni.
È fatto per l’ascolto.
Il nostro corpo non è fatto per le costrizioni.
È  fatto per fluire.

Il nostro corpo vuole essere semplicemente visto, ascoltato, per quello che è.
Il nostro corpo vuole raccontare una storia, che deisdera semplicemente essere accolta e riconosciuta.

È necessario un cambio di paradigma per lavorare con l’interezza di un essere umano incarnato.
Le nostre cellule raccontano la storia del tempo in cui abbiamo deciso di incarnarci. E la raccontano da cellule, non da libro stampato.

Movimento, calore, espansione, retrazione, fluidità, stasi, trasparenza, spazio.
Questo è il linguaggio che dobbiamo reimparare a comprendere.
Senza questa comprensione ci saranno sicuramente molte parole, ma mai una comprensione profonda, mai un ascolto presente del corpo, della persona, della sua storia.

Maria Cristina Leboffe
(Tutti i diritti riservati).

Painting: detail from The Prophet Ezekie fresco — 1508-12, Sistine Chapel, Michelangelo.

domenica 1 ottobre 2017

Il Campo si organizza per aiutarci

Il Campo si organizza per aiutarci. Lentamente porta alla nostra attenzione temi che siamo in grado di risolvere. E quando questo avviene, un elemento è essenziale: la fiducia. Fiducia è la nostra capacità di affidarci.

"FIDUCIA: Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità (dal vocabolario Treccani)."

La fiducia è un'atteggiamento da ritrovare. 
E spesso non è semplice, perché, e questo è successo bene o male a tutti, la nostra fiducia, il nostro atteggiamento di affidarci, è stato, ad un certo punto della nostra esistenza, tradito.

Aver fiducia significa valutare, ma senza il filtro della paura.
Singifica ascoltare, ma senza il filtro del dubbio.

Durante le sessioni di Biodinamica, il nostro corpo ci racconta una storia che vuole essere ascoltata. Il suo linguaggio sono le sensazioni, i movimenti, i pianti, le risate, la voglia di parlare, le immagini. Tutto questo è nel corpo, è nostro, è stato nella nostra storia.

Fidarci e affidarci al corpo, alla saggezza del suo racconto, può essere un'esperienza talmente liberatoria, talmente importante, che va fatta.

Non conosco, e penso proprio che non ci siano al momento altre tecniche che accompagnano la persona nell'esplorazione di se' tramite un linguaggio che è universale: le leggi che governano le nostre cellule, il nostro sviluppo come embrioni, la nostra organizzazione molecolare, sono leggi universali, e come tali emergono durante le sessioni. La riconnessione alla propria natura di esseri immersi in una Campo (quantico) e profondamente connessi e rigenerati da leggi universali è una nozione da spiegare e diffondere. Da spiegare nel momento in cui avviene, in cui la persona la percepisce.

Il mio è un invito a tutti gli operatori di BCS, a essere veicolo di questa conoscenza, di questa verità del corpo, che, se spiegata, può aiutare tantissimo i nostri clienti ad avere un nuovo punto di vista, meno isolato e frammentato, sulla loro vita.
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Maria Cristina Leboffe©2017
(tutti i diritti riservati)

Painting: Eric Siebenthal, Feather Light, acrylic art.









mercoledì 27 settembre 2017

How I met Biodinamyc Craniosacral Therapy (and fell in love)

I bumped into Biodynamic Craniosacral Therapy, years ago, by chance. A colleague told me about some sessions he was receiving, about how relaxed he felt after them and how his tensions lowered. So, I tried. During my first session there was indeed a huge relaxation of muscles, but, after that, my body started doing little movements beyond my willingness to do them. I was astonished. My body seemed to have its own will: it was as if an inner force was creating and directing these movements.
These little movements continued in the following sessions, along with a progressive state of relaxation. During my Biodynamic Craniosacral training and, after that, as a practitioner myself, I learned to feel these movements coming, to ride their waves, to be with them.

Biodynamics is not an easy story to tell. It is an art based on quantum physics, biology, biophysics more than about classical anatomy. It is an art of presence without judgement. It is not easy to explain it to clients, but it definitely works. This forces that we perceive inside our bodies and in client's bodies are coming from the Field, the space around us, the Earth, the Universe. At the end, it is not so important to explain what are this forces, but to learn to feel and cooperate with them. Because they are at work in our everyday life, they constanly shape our reality and the reality of our bodies.

I truly love my work as Biodynamic practitioner. I really think this method should be taught in schools, along with the art of being present.
Maybe in the next future this will happen. Maybe we all be able to listen to Tides in our bodies. Maybe.
In the meantime my heart become warmer by seeing more and more people getting in touch with Craniosacral Biodynamics around the world, and contributing to spread the news: our body has an inner intelligence, and that intelligence is called Health.

Maria Cristina Leboffe
(all rights reserved)
Picture: Donatella Chiesa copyright 2015

martedì 26 settembre 2017

Healing

Healing is not about fixing something that is broken.
Healing is about accepting the history of our bodies with care.
Healing is about being present to our bodies with compassion.
Healing is about, most of all, Love.
That Love which created and shaped us.
That endless Wave of love and kindness that never ends, and yet, never fails.

Maria Cristina Leboffe
(All rights reserved)

Painting: Anne Turlais, Wave of Love


sabato 23 settembre 2017

La ferita dell'Essere noi

La saggezza per la nostra vita è già dentro di noi. Quella saggezza che sa cosa è giusto per noi, che sa quale è il nostro talento, quale è il contributo che possiamo portare agli altri.
Ma spesso non ascoltiamo questa saggezza e non ci riconosciamo il diritto di essere noi.
Questo processo è legato a due ferite profonde che fanno capo a due momenti chiave della nostra esistenza: il momento del nostro concepimento e il momento della nostra nascita.
Due momenti chiave per il nostro ingresso in questa vita, due momenti che possono condizionare le nostre possibilità future.
Se c'è turbolenza all'atto del concepimento, si radica una ferita a livello dell'Essere, e la persona può andare poi incontro a una sofferenza profonda, una tristezza di vita di sottofondo che spesso risulta inspiegabile. È una ferita che andrebbe riconosciuta, accolta e integrata al più presto, perché può sfociare in stati di ansia generalizzati e depressione.
La seconda ferita è legata al non essere riconosciuti e accolti al momento della nascita. Ci possono essere molti fattori che generano queste condizioni, che vanno oltre le migliori intenzioni dei genitori. I genitori portano nel processo di nascita dei figli temi legati al proprio processo di nascita non risolto e questo porta un messaggio nel campo del nuovo nato molto preciso.
Questi temi, per fortuna, possono essere trattati e integrati mediante le nuove discipline prenatali e perinatali, che sono state sviluppate negli ultimi 30 anni da Ray Castellino (USA), Matthew Appleton (UK) e Dominique Degranges (CH)*, per citarne alcuni.
Per essere chi siamo e chi ci meritiamo di essere.

Maria Cristina Leboffe
(Tutti i diritti riservati)

*specifico che sono tutte tenciche corporee olistiche che coinvolgono il soma e il campo della persona o neonato. Possono riguardare anche l'intero campo familiare.

Painting: The Quiet, 2015, Chris Gwaltney


domenica 17 settembre 2017

The Field knows everything


There is a Field around us that knows everything.
There is a Field inside us that knows everything.
There is a Field coming through us that knows everything.

There is a Field who takes care of us, in the best way possible, in a way that is good for us.
That doesn't mean that everything is going to be perfect, but that everything is being taken care of.
There is a Field filled with Love and Potency.

And our bodies are our connection to that Field.

No fear, no anger, just Love.
Pure, absolute, joyful Love.
In us, around us, through us.

Maria Cristina Leboffe
(all rights reserved)

Image: Celtic Triskele Mixed Media by Kristen Fox

giovedì 7 settembre 2017

The creative potency of the Field



"It is strange to be here. The mistery never leaves you alone. Behind your image, below your words, above your thoughts, the silence of another world waits. A world lives within you. No one else can bring you news of your inner world."
John O'Donohue, Anam Cara.




The potency of the Field trasmutes in us, bringing Life to our cells and our molecules.

There is an Intelligence that works constantly, eternally in our bodies. William Garner Sutherland, the pioneer of Craniosacral Therapy called it the Breath of Life. We, as Biodynamic practitioners, perceive it everyday in our bodies and our clients bodies. We cannot ignore it.

There is an Intelligence at work in our bodies. This Intelligence is everywhere around us: trees, oceans, stars, galaxies. The ordering principle is the same and has been the same since the Universe was born.

The main aspect of this Intelligence, as it trasmutes into matter, is to create MOVEMENT. Not a caotic one, but an ordered one, a movement that generates itself and is generated in a continuum process of exchange and harmonization.

Movement creates Life and Life creates movement, in a neverending cycle of co-operation.

When our body gets fragmented because of a traumatic experience, this movement become disordered and fragmented too.
One of the principle of Biodynamics is to consider our body as a whole, a fluidic continuum. The simple act of doing so generates coherence, and coherence facilitates reorganization.
In Biodynamic sessions the intention of the practitioner creates a new reality for the client's system, where space and matter are able to come back to the reciprocal exchange and continuity.

Maria Cristina Leboffe
(all rights reserved)


venerdì 25 agosto 2017

Quel fluire di pace - l'esperienza di una sessione di BCS

'Dobbiamo raccogliere noi stessi in unità. Dobbiamo diventare mentalmente presenti, ricordare chi siamo, dove siamo e perchè siamo. Abbiamo bisogno di trovare pace nelle nostre vite. Questa pace è presenza mentale, un raccoglimento che ci renda capaci di iniziare questa messa a fuoco sul centro divino, il centro dal quale fluisce ogni cosa e verso il quale ogni cosa fluisce.'
John Main, Il Cuore della Creazione

Unità.
Presenza.
Pace.
Raccoglimento.
Centro.

Queste sono le esperienze che si vivono durante una sessione di Biodinamica.
Esperienze semplici.
Perchè il nostro corpo è semplice.
Solo che non lo sappiamo più, lo abbiamo dimenticato. La nostra storia ci ha consegnato questa semplicità opaca.
Ma il corpo sa.
Sa che ha un centro divino, il nostro Cuore, sa che siamo immersi in una realtà interdipendente - la nostra Naturalità -, sa tornare a quel fluire di pace.
Perchè noi fluiamo e ogni cosa fluisce attraverso di noi.

L'esperienza di una sessione di Biodinamica, davvero, può cambiare la vita.


Maria Cristina Leboffe
(riproduzione citando la fonte)

painting: Sleeping Under the Stars, Kathryn Beals

lunedì 21 agosto 2017

L'intenzione del Concepimento

C'è un brano bellissimo di Paramhansa Yogananda, filosofo e mistico indiano, sul Concepimento.

"L'anima entra nel corpo al momento del concepimento. Quando spermatozoo e ovulo si uniscono, c'è un lampo di luce nel mondo astrale. Le anime che sono pronte a rinascere, se la loro vibrazione corrisponde a quella del lampo di luce, si affrettano per entrare [...]. E' importante, quindi, che l'unione fisica avvenga con una coscienza elevata. Quel lampo generato nel mondo astrale riflette lo stato di coscienza della coppia, specialmente lo stato d'animo al momento dell'unione fisica".

L'intenzione dietro al nostro Concepimento, lo stato d'animo e gli intenti dell'uomo e della donna che si uniscono per ospitare una nuova vita, è fondamentale per quello che noi saremo e diventeremo nel corso della nostra esistenza.
Qualora non ci sia chiarezza o una forte di intenzione di volontà e d'amore di tutti e due i genitori, la ferita che si radica nel corpo della persona è una ferita a livello dell'Essere.

La Biodinamica, integrata con le tecniche perinatali e prenatali è stupefacente da questo punto di vista: dialoga con le forze che ci hanno generato, e può succedere, quando il sistema della persona è disponibile e ha caricato abbastanza risorse per farlo, di lavorare su tematiche relative al concepimento, vedendo dissolversi nel campo quelle vibrazioni disorganizzate che un'intenzione di concepimento non armonica può aver generato nel nostro sistema. In questo caso qualcosa viene "bruciato via" dal corpo: non letteralmente, ma questa è la sensazione che hanno sia l'operatore che il cliente. E la persona che si rialza dal lettino dopo la sessione ha spesso la sensazione di aver lasciato andare un peso antico che faceva parte integrante del proprio corpo e del proprio essere.

La potenza del metodo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è legata al fatto di riconnettere l'organismo in modo trasparente alle forze della Creazione che ci hanno generato. Forze che sono benevole e amorevoli, e che non aspettano altro che si lasci andare un bagaglio che non ci compete più**.

Maria Cristina Leboffe
(riproduzione citando la fonte)
Painting: The Rising Moon - Paula Belle Flores

**tengo a precisare che il contenuto di questo post deriva dalla mia esperienza di lavoro con i clienti e dalla mia esperienza personale di ricerca. Quando parlo di "vibrazione" (che è un termine non specifico della Biodinamica Craniosacrale), intendo la qualità del campo molecolare della persona.



L'esperienza del campo intorno a noi

La prima volta che ho fatto l'esperienza del Campo intorno a noi è stata durante la mia formazione in Biodinamica Craniosacrale. Me la ricordo come una di quelle esperienze chiave, dopo le quali tutta la tua percezione della vita cambia.
Spesso quando parlo con i miei clienti a fine seduta, parlo del campo. Solitamente mi guardano perplessi, almeno inizialmente, ma poi, sessione dopo sessione, quando ascoltiamo insieme le forze biodinamiche al lavoro, la loro comprensione aumenta.

Spesso mi sono chiesta come definire e spiegare in modo semplice una cosa che percepisco tutti i giorni e ormai in tutti i momenti della mia vita, non solo durante le sessioni. E mi torna in mente la definizione dell'Oceano intorno a noi che ci sorregge e ci sostiene. Non saprei dare definizione migliore, se non aggiungere un aggettivo alla parola Oceano: amorevole.
E così ho raggiunto una descrizione di campo a modo mio: lo spazio in cui siamo immersi non è uno spazio vuoto, ma un campo vibrante, denso di informazioni e totalmente amorevole, un campo che ci guida, armonizza e ci rende liberi, se ci affidiamo a lui.

Sì perché è questo che in fondo facciamo, insieme ai clienti, durante le sessioni di Biodinamica Craniosacrale, ci affidiamo a questo campo organizzato e amorevole.
Con fiducia.

Maria Cristina Leboffe
(Riproduzione citando la fonte)
immagine web


sabato 12 agosto 2017

Sto iniziando ad ascoltare il mio corpo

Qualche giorno fa, una giovane cliente che sta facendo con me un percorso di sessioni di riequilibrio biodinamico, nella chiacchierata introduttiva alla sessione, ha risposto alla domanda: "Come sta andando" con un: "Bene, sto iniziando ad ascoltare il mio corpo".

Una parte di me ha esultato. Mi riempie sempre di gioia, quando a un certo punto del loro percorso, le persone mi dicono questa frase, che, in tutta la sua semplicità, è in realtà di una potenza incredibile. Persone che arrivano da me spaventate, tese, spesso esaurite, e che dopo qualche sessione mi dicono: ho reiniziato ad ascoltarmi, ho reiniziato a sentirmi, e posso utilizzare questa mia abilità nella mia vita quotidiana.

Oggi stavo ripensando a questa sua semplice ma fondamentale affermazione. E questo ha contribuito ancora di più a farmi comprendere qual è, per me, il senso del mio lavoro. Far ritornare le persone a sè stesse, in contatto, e renderle autonome.

Credo fermamente nell'effetto sociale a catena che persone presenti a sè stesse e responsabili possono portare. Saranno padri e madri in ascolto, saranno professionisti attenti al cliente, saranno persone che avendo imparato ad ascoltarsi, si rapporteranno con gli altri a partire dal cuore.

Sì perchè alla fine sta qui il segreto.

Una persona che si ascolta, attenta  alle parole che il suo corpo le dice, che si rispetta, si relazionerà con gli altri non a partire dalla rabbia o dalla paura, ma dal cuore.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)


The more we connect with others
and embrace the reality of our interconnected nature,
the more we’ll live with meaning, compassion, equanimity, and purpose.

Più entriamo in contatto con gli altri
e comprendiamo la realtà della nostra natura di essere inteconnessi,
più vivremo la nostra vita con significato, compassione, equanimità e scopo.
(Daniel Siegel) 


giovedì 10 agosto 2017

La 'Salute' innata





"Con un soffio di vento, 
invisibile vita che dona pienezza, 
tutto trasformo in vita... 
Dunque io sono la forza di fuoco che segretamente riposa in tutto questo, 
tutto arde grazie a me, 
come il respiro tiene incessantemente in vita l’uomo 
e come nel fuoco si leva una fiamma accesa...".
- S. Ildegarda di Bingen, Scivias -




La Biodinamica Craniosacrale è una disciplina di lavoro con il corpo molto diversa da tutte le altre. 
Lavora in alleanza con una ‘Salute’ sempre presente nel corpo.
Con una 'Salute' intesa come il principio vitale che è stato infuso nelle nostre cellule al momento del nostro concepimento. 
Lo stesso principio vitale che permea tutta la natura e tutto l'Universo.
La ‘Salute’ in Biodinamica Craniosacrale, non significa assenza di sintomi, ma è un principio attivo intrinseco al sistema vitale, una forza che organizza tutto ciò che avviene nel corpo in ogni istante della nostra vita.
E non sbaglia mai.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)


Il Trauma ascoltato

La potenza del metodo Biodinamico è nell’ascolto.
Un ascolto presente, un ascolto senza giudizio.
Un ascolto che avviene tramite un contatto che l’operatore offre al cliente.

Un contatto dolce e non invasivo, un contatto che c’è, semplicemente, non chiede e non vuole ottenere niente, un contatto che è.

Quando avvengono dei traumi evolutivi, ovvero in quel periodo di tempo che trascorriamo nella pancia della mamma e nei nostri primi mesi di vita, tali traumi restano nel sistema nervoso autonomo della persona, e in quelli che sono i sensi dell’embrione.
L’embrione, contrariamente a quanto si credeva fino a pochi anni fa, sente e percepisce.
Con non 5, bensì con 12 sensi (David Chamberlain, Windows to the Womb*): per citarne alcuni, il senso del contatto attivo e passivo, il caldo e il freddo, il dolore (!), il bilanciamento, il senso di gravità e l’orientamento nello spazio.

Quando si ha a che vedere con questo tipo di traumi, a poco serve la nostra parte cognitivo-razionale, che si sviluppa ben dopo la nostra nascita. Questo tipo di traumi vanno accolti e rilasciati ‘parlando’ un linguaggio analogo a quello dell’embrione, del feto e del nuovo nato.

Un linguaggio che, tramite il tipo di contatto che avviene nelle sessioni di Biodinamica Craniosacrale, viene parlato tra le mani dell’operatore, il suo stato di presenza amorevole, e il corpo del cliente. Quello che il sistema dell’operatore silenziosamente trasmette tramite il contatto al corpo del cliente è: io sono qui, per te, sei al sicuro, sei protetto, se vuoi puoi lasciare andare.

E qui il corpo parla, con scariche emotive, rilasci muscolari, rilassamento.
E, un infinito sollievo.

Maria Cristina Leboffe
(tutti i diritti riservati)


(*) David Chamberlain, Ph.D è un pioniere della psicologia prenatale e uno dei fondatori e leader dell'Associazione per la Psicologia e la Salute Pre e Perinatale (APPPAH).



Ebbene sì, ero una cellula

L’embriologia è stata da sempre un mio chiodo fisso. Senza mai comprendere perché.

Nel mio percorso di formazione come operatrice di Biodinamica, è stato sicuramente il tema che mi ha affascinato di più e dove ho intravisto un ‘qualcosa’ che all’inizio non riuscivo io stessa a definire.

E’ stato nel lavoro con i clienti, nel lavoro fatto nei gruppi e nel mio lavoro di crescita personale, che ho iniziato a notare delle assonanze con i miei studi di embriologia che, all’inizio, io stessa ho trovato incredibili.
Questo articolo è il primo di una serie in cui parlero’ di questo tema, il rapporto tra la nostra vita come embrioni e le nostre attitudini e caratteristiche emotive, i fatti che ci accadono e le esperienze che viviamo.

Questo che riporto è lo stralcio da un articolo sulle memorie cellulari, scritto da Thomas Verny*.
Ho sentito molti racconti di pazienti che supportano la mia teoria che il sistema nervoso centrale di un bambino è in grado di depositare memorie rudimentali già a partire dal sesto mese di vita in utero.
Ma negli ultimi trent’anni, altri racconti sono emersi alla mia attenzione che non possono essere spiegati nello stesso modo. Nel libro dello psichiatra R.D. Lang The Facts of Life (1976) sono riportati esempi di memorie ancora anteriori (embriologiche ndt). Riporta che alcuni pazienti parlano dell’immagine del proprio corpo o hanno esperienze di memorie in cui ruotano, galleggiano, volano, sono scagliati contro delle rocce, sono portati a riva da un’onda e poi riportati indietro, prima che il viaggio finisca. Potrebbe sembrare improbabile, ma questo è ciò di cui una blastocisti farebbe esperienza rotolando giù per le tube di Falloppio.”



Estratto da: "What Cells Remember: Toward A Unified Field Theory Of Memory", traduzione Maria Cristina Leboffe.

(*)Thomas R. Verny è uno psichiatra, scrittore e accademico presso la Harvard University, l’Università di Toronto e il Santa Barbara Graduate Institute.
Tra i testi di sua pubblicazione:
The Secret Life of the Unborn Child, (with John Kelly). Summit Books, USA and Collins, Canada, 1981. (Published in 27 countries)
Pre-And Peri-Natal Psychology: An Introduction (Ed.) Human Sciences Press, New York, USA, 1987

Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)



Biodinamica Craniosacrale: l'arte dell'ascolto che cura

La Biodinamica Craniosacrale è un’arte di ascolto. La chiamo arte perché ne ha tutte le caratteristiche.

arte: Attività dell'uomo basata sul possesso di una tecnica, su un sapere acquisito sia teoricamente che attraverso l'esperienza; in tal senso, coincide anche con un mestiere che richieda un'abilità specifica”.

L'arte della Biodinamica non è un'arte teorica. Si acquisisce con l'esperienza. E' un ascolto acquisito e affinato durante la formazione come operatore e con ogni nuova sessione.
Apparentemente un Operatore di Craniosacrale Biodinamica non fa niente. Sta a contatto con il corpo del cliente, non muove le mani. Cosa fa? (Cosa fai? mi chiedono i clienti). Ascolto, rispondo io.

Un ascolto che è e diviene terapeutico per il cliente. Un ascolto biologico. Un ascolto di risonanza. Un ascolto di cura e presenza.
E in questo ascolto il corpo lascia andare, si riconnette ai ritmi naturali, universali, i ritmi della Marea.
La Marea lo respira, ci respira, in ogni momento. Ma i nostri sistemi biologici, densificati da esperienze di vita e dalla nostra storia, hanno come dimenticato questi nostri ritmi innati. La Biodinamica riconnette a questi ritmi, e questi ritmi siamo noi.

Opera d’arte. Sempre arte ma intesa in modo diverso.
La materia del corpo del cliente diviene un’opera d’arte, la sessione stessa, ogni sessione lo è. Ogni sessione diviene un’esplorazione per il cliente,  accompagnato dalla presenza amorevole dell’operatore. E in questa presenza ci si sente accolti, visti, riconosciuti e si possono vedere e riconoscere cose che normalmente non si avrebbe il coraggio di affrontare. In una sessione si presentano, si sciolgono, scivolano via, e il corpo passa ad altro, fa un passo successivo verso la sua vera Essenza.
La sua vera Essenza, che è l’Essenza di tutti noi.
Amore.
Gioia.
Semplicità.
Calma.

©Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)

La storia di Rosa M.

L’ansia è una brutta bestia.
Può farti vedere il mondo con gli occhi della paura. Può chiuderti alle relazioni sociali. Può diventare una condizione che ti rende difficile la vita. A 360 gradi.


L'ansia è la protagonista della storia di Rosa M., quando mi contatta per un ciclo di sessioni di Biodinamica, su consiglio di un’amica.

-Le ho provate tutte- mi dice, vorrei provare anche questo. 

Rosa è una ragazza vitale, sveglia.
Ma gli attacchi d’ansia che si verificano con frequenza crescente negli ultimi due anni le stanno rovinando la vita.
 Non capisco, mi dice, in teoria per me è un periodo sereno, non capisco queste manifestazioni d’ansia improvvise.


Iniziamo la nostra sessione con una chiacchierata iniziale, in cui ci focalizziamo su due traumi forti nella storia di Rosa, due traumi della cui gravità lei stessa si rende conto solo nel momento in cui me li racconta.
 Iniziamo la sessione con l’esplorazione delle sensazioni del corpo, e insieme osserviamo le tensioni nella parte alta del corpo, concentrate tra zona del cuore e collo-spalle.
Su mio invito Rosa inizia a concentrarsi su una risorsa nella sua vita, qualcosa che la fa stare bene, e insieme di nuovo osserviamo come la zona del cuore diviene più soffice, il respiro più ampio.
Bene.

Rosa si trasferisce sul lettino e iniziamo la seconda parte della sessione concordando la posizione di contatto che la fa sentire più a suo agio, il contatto alle spalle. Mi fa sentire sostenuta, sorretta, mi dice.
Durante la sessione il suo corpo scarica tantissimo tensioni con piccoli movimenti delle gambe e delle braccia, per poi entrare in uno stato di calma e di Quiete.
Scendono alcune lacrime e verifico con Rosa come sta andando: bene mi dice, è come una liberazione.

La sessione prosegue nella Quiete, con il corpo di Rosa che diventa sempre più armonico e coerente.
 Alla fine della sessione, Rosa si siede sul lettino e mi guarda, stupita. Ho sentito che stavo lasciando andare qualcosa, in modo molto dolce, molto calmo. Ho sentito il corpo cambiare e divenire più quieto poi, e anch’io sono cambiata, mi sono come sciolta dentro di me, sono tornata a Me.


Il lavoro con Rosa è si è sviluppato e approfondito durante le successive 5 sessioni, tutte sessioni molto lievi e dolci. Alla fine lei incredula, e anche un po’ io, quando vengo messa davanti agli effetti potenti di questo meraviglioso lavoro.
La sua ansia è diminuita considerevolmente, e anche il suo rapporto con il suo ambiente relazionale e lavorativo è cambiato. Ora quando l'ansia arriva, sempre più raramente, con l'esercizio della risorsa riesce a gestirla e a circoscriverla.

Rosa sta continuando con sessioni saltuarie di mantenimento, e fa bene al cuore vederla come rinata.


Il Respiro della Vita emerge dalla Quiete Dinamica.
La Quiete è una chiara esperienza percettiva
che troviamo al centro dei processi clinici.
La percezione diretta della Quiete è il segnale
di un cambiamento nel Sistema Respiratorio Primario SRP,
e spesso rappresenta un portale attraverso il quale
si accede a stati di coscienza incarnata più profondi.
da Craniosacrale.it

Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)







Il mio incontro con la Biodinamica Craniosacrale

La Biodinamica Craniosacrale è entrata a far parte della mia vita per caso.

Un collega che stava ricevendo delle sessioni me ne parlò, e ricordo che mi aveva subito incuriosito, per il nome soprattutto.

Così mi sono procurata il numero della terapeuta, ho provato una sessione, e ne sono rimasta sbalordita.

Per quello che sentivo nel corpo, per il senso di benessere, per il senso di accudimento e di accoglienza da parte dell’operatore.
Sbalordita dal sentire le strutture del mio corpo - mi pare fosse il collo all’epoca il mio problema - sciogliersi e riallinearsi in modo completamente naturale e senza sforzo.
E così ho continuato le sessioni, per rendermi conto che a cambiamenti nell’organizzazione dei miei tessuti, dei muscoli, delle parti ossee, corrispondevano profondi miei intimi cambiamenti emotivi e posturali, nuovi sguardi sul mondo, superamento di traumi che arrivavano alla coscienza per sciogliersi, nuove intuizioni verso le mie relazioni e verso la mia vita, verso  mie tematiche prenatali e perinatali.
Cambiamenti profondi che avvenivano sempre in modo fluido, non traumatico, quasi che il corpo nel riconoscersi aiutasse me a riconoscere di nuovo me stessa.
Avevo già abbandonato la professione da architetto per dedicarmi alle Discipline Bionaturali, dapprima con l’insegnamento del Tai Chi e poi con il massaggio tradizionale cinese Tui-na, ma l’incontro con la Biodinamica Craniosacrale mi ha nuovamente cambiato la vita. 
Da qui a decidere di diventare terapista di Biodinamica Craniosacrale il passo è stato naturale.

Il lavoro oggi con i miei clienti a Genova è entusiasmante. 
La risposta alle sessioni e al metodo è talmente chiara e profonda, gli effetti sulle persone sono così semplici e fluidi, che a volte resto io stessa stupita.
Questo mi riporta in mente l’insegnamento che il padre di questo metodo, William Garner Sutherland DO, ha lasciato ai suoi studenti: “Trust the Tide”, Fidati della Marea.

Fidarsi e affidarsi a questa Intelligenza amorevole più grande di noi, che avvolge tutto, e che nel corpo si traduce in una Intelligenza che sa già tutto, sa su cosa lavorare, dove, come e sa cosa è giusto e bene per la persona in quel momento.
Trust the Tide,  Fidati della Marea. 

Maria Cristina Leboffe 2016
(tutti i diritti riservati)